World War III

La 37esima edizione del Festival Internazionale del Film di Friburgo si è conclusa da qualche settimana con un grande successo di pubblico. Più di 45.000 persone infatti hanno partecipato al Festival. Il Gran Premio è andato al film giapponese Plan 75 della regista Chie Hayawaka. Premio speciale della Giuria Internazionale e una menzione speciale della Giuria dei Giovani Comundo a World War III del regista iraniano Houman Seyedi.

È stata una edizione eccezionale la n. 37 del FIFF che, dopo gli anni difficili del covid, ha ritrovato il suo pubblico in sala e ha addirittura aumentato le presenze, probabilmente grazie alla qualità dei film in concorso e per le novità introdotte quest'anno, una su tutte la sezione dedicata all'arte della cucina, che ha conquistato il pubblico, con grande soddisfazione degli organizzatori e del Direttore Thierry Jobin.

Come già anticipato, il Gran Premio è andato al film Plan 75 della regista giapponese Chie Hayawaka (film in uscita in Svizzera il 3 maggio), che riceve anche il Critics’ Choice Award e il Premio della Giuria Giovani Comundo.

La Giuria Internazionale ha inoltre premiato Tenuun-Erdene Garamkhand, giovane attrice di 12 anni, per la sua interpretazione in Harvest Moon (Mongolia) di Amarsaikhan Baljinnyam,  il Premio del Pubblico e il Premio della Giuria ecumenica sono andati invece al film malese Abang Adik di Jin Ong e, nella sezione cortometraggi, ha trionfato il film iraniano Split Ends di Alireza Kazemipour.

World War III (Jang-e jahani sevom) di Houman Seyedi, film premiato, come già detto, con il Premio speciale della Giuria Internazionale e una menzione speciale della Giuria dei Giovani Comundo, è una intensissima storia di povertà e marginalità.

La trama è la seguente: Shakib, un lavoratore a giornata senza fissa dimora, che non si è ancora ripreso dalla perdita della moglie e del figlio morti in un terremoto anni prima, negli ultimi anni ha cominciato una relazione con una prostituta sordomuta, Ladan. Quando comincia a lavorare in un cantiere si rende conto che questo è un set cinematografico in cui si girerà un film sull'Olocausto e su Hitler. Casualmente Shakib sarà preso per il ruolo di Hitler. Potrebbe essere per lui la grande occasione della vita, ma quando Ladan lo viene a sapere, vuole raggiungerlo mettendo Shakib nei guai.

Diciamolo subito, World War III, lì per lì, sembra un film strampalato. Colpisce sin dai primi minuti della storia la marginalità di Shakib, quel dovere a non esistere che ti tappa la bocca, perché hai bisogno di tutto: di una casa innanzitutto, di un lavoro soprattutto e della dignità perduta. E difatti Shakib bisbiglia, non osa chiedere nulla, accetta a braccia aperte tutto quello che gli arriva un po' per caso. Ma World War III è anche la storia di una farsa, perché su Shakib, lui così uomo inutile per tutti, piomba addirittura il ruolo di Hitler, solo perché colui che lo interpretava si sente male in scena e non sanno chi prendere al posto suo. Ma Shakib è goffo nel ruolo del Grande Dittatore, non ha quella ferocia, non ha la schiena diritta di chi è abituato a comandare, a uccidere ad odiare. Tutto stride insomma, e a tratti viene anche da ridere, perché pure tutta la produzione è strampalata. Una versione insomma cinematografica del Don Chisciotte di Cervantes solo che si cambierà di registro rapidamente e sorprendentemente. Sarà infatti la seconda parte del film a chiarire il senso del tutto, dalla farsa insomma si passerà in modo molto convincente al dramma umano, ma forse bisognerebbe dire al dramma dell'umanità, perché ad un certo punto i reietti, quelli che fino ad un certo momento erano stati messi a tacere in un angolo, senza troppe spiegazioni, si ribelleranno. Perché il male genera male, perché l'emarginazione non può non produrre che rabbia, odio, vendetta. È forse a questo tipo di Terza Guerra Mondiale che allude il regista con il titolo? Una guerra condotta da quei popoli e da quelle persone (moltissime) che finora sono rimasti fuori dallo scacchiere del mondo? Quello che è certo in questo film, che si apprezza nella sua complessità solo alla fine, è che sono la disperazione e l'annullamento dell'uomo a trasformare Shakib, e ne sono testimoni i primi piani sull'uomo (convincenti dall'inizio alla fine) e un paesaggio sempre neutro, utile ad amplificare il concetto che il male è responsabilità collettiva.   


La 38esima edizione del Festival Internazionale del Film di Friburgo si terrà dal 15 al 24 marzo 2024.


World War III

regia: Houman Seyedi

produzione: Houman Seyedi

durata: 107'

lingua: Farsi

paese: Iran

con: Mohsen Tanabandeh, Neda Jebreili, Mahsa Hejazi, Navid Nosrati

sceneggiatura: Houman Seyedi, Arian Vazir Daftari, Azad Jafarian

fotografia: Payman Shadmanfar

montaggio: Houman Seyedi

scenografia: Mohesn Nasrolahi

costumi: Elham Moien

musica: Bamdad Afshar

suono: Alireza Alavian

effetti visivi: Farid Nazer Fasihi