© Julia Murat 2022

Presentato alla 25esima edizione del Filmar 2023, Festival del Cinema dell’America latina a Ginevra, e vincitore del Pardo d’oro al Festival del Cinema di Locarno 2022, Regra 34, della regista brasiliana Julia Murat, racconta la storia di una giovane studentessa di diritto desiderosa di sentirsi libera sessualmente per rompere catene millenarie di repressione di genere.

Simone è una giovane studentessa di diritto, presto avvocata d’ufficio; di giorno segue le lezioni e si interroga assieme ad altri privilegiati della società brasiliana, da un punto di vista legale e da un punto di vista sociale, come cambiare in meglio un paese come il Brasile dove le differenze di classe sono enormi e vige un sistema violentissimo verso corpi razzializzati e femminili. Di notte, per fare soldi, si improvvisa in pornostar davanti al suo pc, dando in live degli spettacoli che hanno un discreto seguito. Simone però ci prende gusto e comincia ad interessarsi anche alle pratiche BDSM, dove mettere dei limiti significa spesso salvarsi la vita.

Per Julia Murat, Regra 34 è il terzo lungometraggio (dopo Histórias que Só Existem Quando Lembradas, presentato alle Giornate degli Autori a Venezia nel 2011, e Pendular, vincitore del premio FIPRESCI nella sezione Panorama della Berlinale nel 2017), ed è un film che convince perché la regista decide di andare fino in fondo nell’esplorare un mondo di cui si parla poco, il porno su internet, senza sterili moralismi, e tratteggia un personaggio, quello appunto di Simone, non in modo lineare, con un punto di vista assolutamente originale e non stereotipato. Simone è una donna colta, che si concede al piacere liberamente, facendoci anche soldi, che le consentiranno di continuare gli studi e di avere uno stile di vita migliore.

Ma Julia Murat, come dicevamo, va fino in fondo nello scavare dentro il personaggio di Simone, ed è come se ad un certo punto assistessimo al cortocircuito di questa giovane donna, razionale di giorno e lussuriosa di notte, preparata al lavoro e disinibita nei suoi show, e questo cortocircuito si scatena proprio quando la giovane avvocata deve assistere delle vittime di violenza domestica.

Le catene secolari che impongono alle donne in generale, e alle donne brasiliane in particolare, sottomissione, repressione dei propri desideri e una vita in ombra (il Brasile è uno dei paesi al mondo con il tasso più alto di femminicidi), spingeranno probabilmente Simone ad andare oltre, introducendo nelle sue pratiche sessuali anche momenti di violenza e di dolore, nonostante i pericoli di cui tutti la informano.

Regra 34 è un film coraggioso e ben fatto, ma è un film che disturba, a tratti anche molto, perché Bene e Male nella storia di Simone non sono due entità distinte da cui ci si può allontanare a piacimento, ma sono una melma perfetta per raccontare la complessità umana, le nostre radici storiche e culturali, le pulsioni e soprattutto tutta la voglia che hanno le donne di oggi di emanciparsi dal maschio. A tutti i costi.

Film premiato a Locarno nel 2022, da vedere.

 

Julia Murat, nasce a Rio de Janeiro e si laurea all'Università Federale di Rio de Janeiro in graphic design e alla Scuola di Cinema Darcy Ribeiro come sceneggiatrice. È nota come montatrice, assistente alla regia e per aver curato la regia di innumerevoli cortometraggi, video sperimentali, spot pubblicitari e video-installazioni. Il suo primo lungometraggio, Dia dos pais, è stato presentato in anteprima al Cinéma du Réel nel 2008. I suoi lavori successivi, politicamente connotati e tesi alla ricerca di contraddizioni – Historias que so existem quando lembradas (2011) e Pendular (2017) – sono stati presentati a Venezia e alla Berlinale, riscuotendo il successo della critica. Regra 34 ha vinto il Pardo d’Oro al 75esimo Locarno Film Festival.