ZFF flag © Zurich Film Festival

Si è svolta dal 24 settembre al 4 ottobre 2020 la 16esima edizione del Zurigo Film Festival. Il bilancio, per Christian Jungen, Direttore della manifestazione, è più che positivo, per questa edizione speciale infatti, sono state registrate 68.000 presenze, nonostante il 40% in meno di posti disponibili. La prossima edizione si svolgerà dal 23 settembre al 3 ottobre 2021.

Ed eccoli i vincitori di questa 16esima edizione: L’Occhio d’oro, per la sezione «Focus competition» è andato a HOCHWALD della regista Evi Romen (Austria-Belgio). Il lungometraggio racconta la storia di Mario che, assieme all’amico d’infanzia Lenz, lascia il Sud-Tirolo per andare a Roma in un bar gay. A Roma, però, Lenz sarà vittima di un attentato. Mario rientra a casa, ma la sua vita sarà completamente stravolta da questo tragico evento.

Nella stessa sezione, hanno ricevuto una menzione speciale ONE OF THESE DAYS di Bastian Günter (Germania-USA) e WOOD di Lăzurean-Gorgan, Kirst e Sinzinger (Austria- Germania-Romania).

Per la sezione «Fiction», Primo Premio a SIN SEÑAS PARTICULARES di Fernanda Valadez (Messico-Spagna). Il film racconta la storia di una madre che parte alla ricerca del figlio dichiarato morto alla frontiera con gli Stati Uniti.

Per la sezione «Documentario», Occhio d’oro a TIME della regista Garret Bradley (USA). Nel lungometraggio si racconta la storia di Sibil e di suo marito Rob. I due, da ragazzi, rubano in una banca. Consegnati alla giustizia, Sibil sconterà una breve pena ai domiciliari, mentre Rob sarà condannato a 60 anni di prigione in Luisiana. Sibil da tanti anni si batte affinché il marito riceva la grazia, e lotta affinché altre persone come lui, e in fondo un’intera comunità, non siano più discriminate.

Per le «Serie», vince CRY WOLF di Maja Jul Larsen (Danimarca), per la sezione «Film per bambini», è stato premiato THE CLUB OF UGLY CHILDREN di Jonathan Elbers, mentre per il «Science Film Award», trionfa I AM GRETA di Nathan Grossman. Il regista ha accompagnato l’attivista svedese durante uno dei suoi viaggi al grido di «Bisogna ascoltare gli scienziati», riuscendo a raccontare la persona che si nasconde oramai dietro l’icona.

Il Premio della critica è andato invece a 80.000 SCHNITZEL di Hannah Schweizer (Germania).