È stata un’edizione speciale quella de «Le livre sur les quais», che si è svolta a Morges dal 4 al 6 settembre 2020. Nonostante le restrizioni per il Covid-19, sono stati 70 gli incontri organizzati e circa 100 gli scrittori e le scrittrici che hanno partecipato all’evento, tra cui l’autore inglese Jonathan Coe. L’editore ospite è stata la casa editrice di Losanna «L’Éditions d’en bas».

Poco importa se per questa XIesima edizione la maggior parte degli invitati provenisse dalla Svizzera Romanda, l’importante è che dopo 6 mesi, autori e lettori si siano di nuovo incontrati.

Un’edizione local, a chilometro zero, quella del 2020, un’edizione de «Le livre sur les quais» disinfettata e ben ideata e, come dice il detto: «non tutti i mali vengono per nuocere», molti dei cambiamenti effettuati per rispettare le norme anti-covid hanno trasformato, a nostro avviso, in meglio la manifestazione.

Quest’anno, infatti, non c’erano più gli stand lungo il lago che nelle ore di maggiore affluenza diventavano degli imbuti claustrofobici, niente code per farsi fare una dedica o per comprare un libro e, soprattutto, niente autori ad attendere i lettori dentro gli stand come se fossero in una vetrina. Per chi lo desiderava, invece, libri e scrittori attendevano il pubblico alla fine di ogni incontro.

Insomma l’edizione 2020 è stata sicuramente la più areata, forse la meno seguita, certamente la più coraggiosa, e difatti la direttrice Fanny Meyer ne va fiera di averla realizzata, e Camille Laurens (Tra le braccia sue, Einaudi 2001, Quella che vi pare, E/O 2017) di avervi partecipato in qualità di ospite d’onore.

Tra i tanti dibattiti e le presentazioni organizzate vi segnaliamo i libri, per il momento pubblicati solo in francese, di tre scrittrici. Tre testi, tre ritratti diversissimi di donne.

Innanzitutto «Saturne» (Seuil) di Sarah Chiche.     9782021454901 1 75

Nel suo ultimo romanzo autobiografico, la scrittrice e psicoterapeuta francese affronta il tema della morte del padre, che morì prematuramente all’età di 34 anni, nel 1977, quando Sarah Chiche era ancora una bambina. Un antefatto ha spinto l’autrice a scrivere questo libro: nel 2019, alla fine di un incontro al Salone del libro di Ginevra, la scrittrice venne avvicinata da una donna che le confidò di aver conosciuto il padre e lo zio in Algeria durante la guerra. Le rivelazioni che le farà questa donna su una figura paterna mai realmente conosciuta, saranno il punto di partenza per scrivere «Saturne».

«Un libro per elaborare un lutto di una persona mai conosciuta, di cui non conosco nemmeno la voce, eppure questa persona è stata ed è sempre presente nella mia vita», dirà lei. Un libro non solo sulla morte, ma anche sulla malattia che, all’inizio, è stata solo una dannazione ma dopo è diventata anche una possibilità.

Un libro «come luogo della scrittura dove vivere con i morti, perderli e poi raggiungerli, perché, in fondo, niente muore. È questo il vero segreto della morte», dirà Sarah Chiche, che a Morges, durante la presentazione del libro, si lascerà scappare una frase assai misteriosa: «In questo libro dico cose di cui dovrò assumermene la responsabilità», in quanto figlia, in quanto donna, in quanto psicoterapeuta, immaginiamo noi.

L’altro libro è «La petite dernière» (Notabilia) di Fatima Daas. Un libro (autobiografico?) ambientato a Parigi, in cui il personaggio principale è una giovane donna musulmana, praticante, lesbica. Un cortocircuito inevitabile si creerà in questa giovane ragazza dopo un incontro folgorante avuto con una certa Nina. Fatima Daas, pseudonimo anche del personaggio, dovrà fare i conti con la sua sessualità, con l’Islam e con le sue origini algerine. Da leggere.

Karine SillaVincent Perez

 Karine Silla, scrittrice, attrice e sceneggiatrice per il cinema, nata a Dakar e da tanti anni residente a Parigi, nel suo «Aline et les hommes de guerre» (Les éditions de l’Observatoire), ricostruisce, invece, la storia di un donna conosciuta da tutti in Senegal, di cui però non esiste una vera e propria biografia ufficiale.

Stiamo parlando di Aline Sitoé Diatta.

Una donna che ha lottato affinché il suo popolo si battesse per i propri diritti e per difendere le terre. Divenuta presto un’icona della resistenza, una Giovanna d’Arco del Senegal, Karine Silla a distanza di molti anni ricostruisce la vita e la storia di questa donna che non ha mai avuto paura di morire. E che credeva fortemente nella parola giustizia.

9782702163238 001 T

 

 

A proposito di esilio, il libro di Marc Alexandre Oho Bambe, «Les lumières d’Oujda» (Calmann Lévy), ci racconta la storia di un doloroso ritorno.

Il personaggio principale, arrivato a Roma dopo un lungo viaggio, viene rimpatriato in Cameroun, sua terra natale. Purtroppo, però, questo rimpatrio forzato verrà vissuto dal giovane solo come una sconfitta. Il ragazzo, infatti, non si perdona di aver sprecato i soldi dell’amata nonna per un viaggio che si è concluso poi con il rientro in patria. Umiliato per l’accaduto, sarà la nonna ad aiutarlo a trovare un senso per quello che ha vissuto.

Marc Alexandre Oho Bambe, scrittore e poeta, in esilio da tanti anni dal suo paese, ci tiene a precisare: «Non tutti partono per disperazione, molti giovani partono perché hanno un sogno. Io sono partito a 17 anni dal Cameroun per andare in Francia, perché sognavo di diventare scrittore e sapevo che solo in Francia avrei potuto realizzare questo sogno».

Un modo per dire a tutti: lasciamo partire questi giovani e lasciamoli vivere dove desiderano.

L’edizione 2021 de «Le livre sur les quais», si svolgerà dal 3 al 5 settembre a Morges. L’Olanda sarà il paese ospite.

 

www.lelivresurlesquais.ch

Consigli di lettura

  • Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro, una metamorfosi continua tra esodo e deriva, dalle montagne alla pianura, dal borgo alla periferia, dai campi alle fabbriche. Il tempo che scorre, il passato che tesse il destino, la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare per sempre e che è l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e gabbia dei desideri.

  • Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant'anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e di Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come un dono.