nella foto Andréa Bescond

La danzatrice attrice e regista francese Andréa Bescond, ha pubblicato nel 2023 con l’editore Albin Michel il suo primo romanzo, Une simple histoire de famille, un esordio convincente che è frutto del percorso di una artista, di una donna e di una femminista. Il libro non è stato ancora tradotto in italiano.

Le storie di famiglia sono spesso storie complesse e difficili da riassumere; capita infatti che si ignorino fatti accaduti nel passato, o che non si conoscano alcuni dei protagonisti perché mai visti prima, e in qualsiasi famiglia poi ci sono i tabù, i non detto per mancanza di coraggio e, dulcis in fundo, gli accadimenti che possono essere riletti in modo diverso, a seconda di chi li racconta. I famosi punti di vista. Eppure le storie di famiglia ci affascinano da sempre, e per questo motivo autori e autrici di tutte le latitudini ne hanno sempre scritto e in tutte le forme.
Andréa Bescond, non si è sottratta all’esercizio, e ha fatto bene, perché la sua Une simple histoire de famille è un libro delicato che si ha voglia di leggere poco per volta per apprezzarlo sempre di più.

Artista già abbastanza conosciuta in Francia, Andréa Bescond con la sua interpretazione in Les Chatouilles ou la Danse de la colère ha ottenuto il Molière seule en scene nel 2016 e ha adattato questa pièce autobiografica al cinema realizzando, assieme a Éric Métayer, il film Les Chatouilles (2018) premiato con il César per il miglior adattamento. All’esordio al romanzo, in Une simple histoire de famille, la scrittrice francese tira fuori dal cassetto un avvenimento realmente accaduto nella sua famiglia: nella notte dei tempi, la sua bisnonna all’ennesima violenza del marito, lo uccise condannandosi ad una vita da reclusa in un ospedale psichiatrico. Il motore di tutto il libro diventa proprio quel gesto di una donna disperata: assassina o vittima che si difende?

Solo due anni prima, nel 2020, Giorgio Fontana in Prima di noi (Sellerio) pubblicava in Italia un libro che in qualche modo ha lo stesso fil rouge: una storia di famiglia e un segreto. Come ha raccontato lo stesso Fontana in diverse interviste, il libro è nato ripensando ad un episodio di cui fu protagonista il bisnonno paterno che disertò durante la Prima Guerra Mondiale e fu accolto da una famiglia in Friuli. L’onta per avere disertato diventerà il grande segreto di famiglia, che tutti i discendenti ignoreranno per anni, per scoprire un giorno che nel loro sangue scorrevano quelle stigmate, quelle di un antenato codardo. Perché è evidente a tutti la differenza tra l’avere un antenato eroe o codardo, no?
Anche nel testo di Andréa Bescond, il segreto è materia principale, assieme alla violenza, quella perpetrata nelle mura domestiche, da un uomo su una donna, che nel libro subiscono due delle protagoniste, Susanne dal marito, e Magnolia da un pittore londinese che approfittava delle sue giovani modelle. Gli atti violenti marcheranno il dna delle generazioni a venire, sporcheranno il loro sangue e ammaleranno la psiche dei discendenti. Un marchio, insomma, indelebile che forse però si riuscirà a cancellare.

L’originalità del romanzo di Andréa Bescond sta, a mio avviso, nel raccontare la società del XXI secolo (o almeno una parte di essa): persone desiderose oggi di liberarsi dalle tradizioni del passato, dagli abusi, dalle violenze e da quel patriarcato che ha offeso e represso uomini e donne per secoli. Bescond racconta famiglie che si costruiscono oggi grazie all’amore che c’è tra due persone, dal loro desiderio di stare insieme, nella parità e nel rispetto reciproco, ribellandosi ad ogni forma di violenza fisica e psicologica, e questo cambiamento piace ritrovarlo nel maschio Hervé, il marito di Magnolia, uomo sinceramente innamorato della moglie e padre dolcissimo di Lio, un maschio di oggi che crede ad un’unica bandiera, quella dell’amore e della sensibilità. E ci sono anche le donne di oggi: Lio che in nome della libertà è pronta a tutto.
Una emancipazione che è femminile e maschile, che è libertà, e che, nella storia del libro, dopo aver conosciuto e metabolizzato le terribili verità di famiglia, diventa rinascita. Le parole di Lio, sul finale, lo spiegano bene e sono testamento per tutte: «Je suis en pleine possession de mon potentiel et rien ne me freinera plus désormais».

Consigli di lettura

  • Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro, una metamorfosi continua tra esodo e deriva, dalle montagne alla pianura, dal borgo alla periferia, dai campi alle fabbriche. Il tempo che scorre, il passato che tesse il destino, la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare per sempre e che è l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e gabbia dei desideri.

  • Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant'anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e di Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come un dono.