Nella foto: Tayari Jones

La scrittrice americana Tayari Jones, conosciuta in Italia per il romanzo «Un matrimonio americano» (Neri Pozza, 2018), ha recentemente pubblicato nella versione francese, «Silver sparrow», un romanzo uscito negli Stati Uniti nel 2011 e non ancora tradotto in italiano. Un libro che ti incolla alla poltrona e che non dimentichi più.

Tayari Jones l’ho scoperta per caso. In una libreria in Francia, ho trovato tra gli scaffali «Des baisers parfum tabac», Presses de la Cité, 2020 (titolo originale in inglese «Silver sparrow»), il libro mi ha incuriosito e così l’ho comprato. Pochi giorni dopo, nel mio salotto, mi si è materializzato un mondo di personaggi ben descritti e precise atmosfere americane, che sconoscevo.

Hanno bussato alla mia porta, Dana, la figlia illegittima e Gwendolyn, la madre, l’amante, la seconda moglie, la non-sposa. E grazie ai loro racconti ho conosciuto la sposa e la figlia legittima: Laverne e Chaurisse. Due famiglie e un uomo bigamo. E un segreto, enorme, per Dana e Gwendolyn, da non svelare mai. Ma sarà poi così?

Tayari Jones in «Silver sparrow» ha scritto proprio una bella storia: intanto c’è l’America dei neri, forse l’America che conosciamo meno e male. Sono le famiglie afro-americane, un popolo che lavora duramente e che spera, in eterno, di potersi un giorno tirare fuori dalla povertà, dal razzismo e dalla routine senza speranza propria dei neri d’America. E ci sono le donne nere, la maggior parte di esse ragazze madri a diciotto anni, sole e senza compagni. Donne che vivranno solo per accudire e dare da mangiare, in qualche modo, ai loro figli.

In «Silver sparrow», entriamo dentro le case, dentro le dinamiche familiari e lo possiamo fare da diversi punti di vista. Conosciamo l’amore e l’inganno, e soprattutto la vergogna di essere illegittimi agli occhi di tutti. «Silver sparrow» narra certo un mondo femminile fragile, in cui ogni giorno bisogna conquistarsi il proprio ruolo di sposa e di amante, e anche quello di figlia. I personaggi sembrano dover continuamente mercanteggiare l’amore e i loro sentimenti, per sopravvivere, soprattutto al giudizio degli altri. Ma Tayari Jones non fa sconti nemmeno all’universo maschile, difatti il bigamo, apparentemente colui che tiene i fili delle marionette (le sue tante donne), agli occhi, liberi e cinici, della scrittrice è invece un uomo goffo, non particolarmente bello, che balbetta, che ha gli occhiali come fondi di bottiglia, e che è affascinante quando indossa la sua divisa di autista. Tayari Jones descrive i suoi personaggi come una melma di persone oneste ma oppresse, insicure e solo a tratti coraggiose, e così facendo li rende straordinariamente veri, nelle loro debolezze.

Bello e da leggere.

Consigli di lettura

  • Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro, una metamorfosi continua tra esodo e deriva, dalle montagne alla pianura, dal borgo alla periferia, dai campi alle fabbriche. Il tempo che scorre, il passato che tesse il destino, la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare per sempre e che è l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e gabbia dei desideri.

  • Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant'anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e di Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come un dono.