© Christophe Raynaud de Lage

AVIGNONE 2023. Welfare con la regia di Julie Deliquet ha aperto al Palais des Papes, dopo G.R.O.O.V.E. di Bintou Dembélé nel pomeriggio, la 77esima edizione del Festival d’Avignone, quest’anno dal 5 al 25 luglio 2023. Uno spettacolo che sottolinea l’importanza del diritto sociale, per e in, qualsiasi Stato.

Ci sono diverse parole chiave in questo spettacolo di Julie Deliquet, l’attuale direttrice del Teatro Gérard Philipe di Saint-Denis, autrice di altre pièce tutte ispirate al cinema come Fanny et Alexandre nel 2019, Un conte de Noël del 2020 e Huit heures ne font pas un jour del 2021, e regista di Welfare, spettacolo realizzato a partire dal film di Frederick Wiseman del 1973 e su invito di quest’ultimo. La prima parola è Stato: una parola che solleva diversi interrogativi, in generale e, in particolare, nella pièce messa in scena da Julie Deliquet: cosa deve garantire uno Stato democratico ad ogni cittadino? Quali sono i doveri di uno Stato? Come può essere uno Stato equo e giusto con tutti i suoi cittadini e con tutte le sue cittadine?

Un’altra parola chiave è democrazia: uno stato democratico ha il dovere di garantire dignità e diritto all’integrazione a tutti gli esseri umani. Uno stato democratico deve prendersi cura dell’umano.

E infine, un’altra parola chiave è vulnerabilità: potrebbe succedere a chiunque di noi di trovarsi in una situazione di difficoltà, di tipo finanziario (la perdita del lavoro) o fisico (una malattia, un incidente), o familiare (ritrovarsi senza lavoro con figli a carico e magari un marito fuggito via). La vita insomma, le difficoltà che si possono avere nella vita e, la possibilità di essere aiutati.e dal paese in cui si vive.

Welfare, in circa due ore e trenta di spettacolo, ci racconta proprio questo. Una giornata tipo in un centro di aiuto sociale, ambientato eccezionalmente in una palestra di una scuola, un po’ come i grandi centri di vaccinazione creati in tempo di covid per intenderci; un luogo in cui si rivolgono diverse persone in difficoltà negli Stati Uniti - ma si potrebbe avere una situazione analoga in qualsiasi altra parte del mondo -, per avere un aiuto finanziario, o peggio, per capire cosa stia succedendo alla loro “cartella”, visto che da settimane non ricevono più il solito assegno mensile.

Due ore e mezza in cui, da un lato degli impiegati e dei funzionari dello Stato ascoltano ogni caso e cercano di trovare delle soluzioni, utilizzando spesso un linguaggio burocratico, e barricandosi in nome delle regole, della necessità di seguire le procedure, i protocolli, le carte, non senza cadere nell’errore dovuto a superficialità o a semplice disattenzione; dall’altro, i disperati, i vulnerabili, uomini e donne in difficoltà che vorrebbero semplicemente non perdere la dignità, l’unica cosa che gli resta, l’unica cosa, forse, davvero importante.

Julie Deliquet ci racconta il funzionamento delle nostre democrazie, ma forse dovremmo dire più correttamente il loro mal-funzionamento, visto che uomini e donne sono costretti, nel corso dello spettacolo, a gridare i loro diritti, a urlare il baratro in cui sono finiti.e.

Sebbene il film che ha ispirato la regista sia del 1973, il tema resta attualissimo e Welfare, da un lato critica il sistema, ma dall’altro, ci mostra anche come tante persone giornalmente lavorino per aiutarne altre, «l’umano che ascolta l’umano», come tiene a precisare la stessa regista nel corso di un incontro.

Senza fare, inutili, confronti con il film che lo ha ispirato, perché Welfare è opera a sé, nonostante lo spazio scenico non fosse davvero adatto alla pièce, troppo grande e dispersivo, e la parte centrale dello spettacolo perda decisamente di ritmo e divenga a tratti ripetitiva e priva di vera magia teatrale, il lavoro di Julie Deliquet convince perché, raccontando con onestà (anche) i nostri tempi, in un momento storico nel quale le democrazie sono fragilissime e l’umano deve e dovrà sempre prevalere, ha compiuto il dovere che il teatro ha.

 

Welfare

con Julie André (Elaine Silver) Astrid Bayiha (Mme Turner) Éric Charon (Larry Rivera) Salif Cisse (Jason Harris) Aleksandra de Cizancourt (Elzbieta Zimmerman) Évelyne Didi (Mme Gaskin) Olivier Faliez (Noel Garcia) Vincent Garanger (M. Cooper) Zakariya Gouram (M. Hirsch) Nama Keita (Mlle Gaskin) Mexianu Medenou (Lenny Fox) Marie Payen (Valerie Johnson) Agnès Ramy (Roz Bates) David Seigneur (Sam Ross) e Thibault Perriard (John Sullivan, musicista).
Dal film di Frederick Wiseman
traduzione Marie-Pierre Duhamel Muller
regia Julie Deliquet
adattamento scenico Julie André, Julie Deliquet, Florence Seyvos
collaborazione artistica Anne Barbot, Pascale Fournier
scenografie Julie Deliquet, Zoé Pautet
luci Vyara Stefanova
musiche Thibault Perriard
costumi Julie Scobeltzine
marionette Carole Allemand
assistente ai costumi Marion Duvinage
vestizione Nelly Geyres
decorazioni e oggetti di scena François Sallé, Bertrand Sombsthay, Wilfrid Dulouart, Frédéric Gillmann, Anouk Savoy - Atelier du Théâtre Gérard Philipe Centre dramatique national de Saint-Denis
regia generale Pascal Gallepe
regia scena Bertrand Sombsthay
regia luci Jean-Gabriel Valot
regia suono Pierre De Cintaz
traduzione in inglese e sottotitoli in inglese Panthea

produzione Théâtre Gérard Philipe CDN de Saint-Denis
coproduzione Festival d’Avignon, Comédie CDN de Reims, Théâtre Dijon Bourgogne CDN, Comédie de Genève, La Coursive Scène nationale de La Rochelle, Le Quartz Scène nationale de Brest, Théâtre de l’Union CDN du Limousin, L’Archipel Scène nationale de Perpignan, La Passerelle Scène nationale de Saint-Brieuc, CDN Orléans Centre-Val de Loire, Les Célestins Théâtre de Lyon, Cercle des partenaires du TGP Avec le soutien du Groupe TSF, VINCI Autoroutes, The Pershing Square Foundation, The Laura Pels International Foundation for Theater, Alios Développement, FACE Contemporary Theater, un programma de la Villa Albertine e FACE Foundation in collaborazione con l’Ambassade de France aux États-Unis, King’s Fountain, Fonds de Dotation Ambition Saint-Denis, Région Île-de-France, Conseil départemental de la Seine-Saint-Denis e per la 77e edizione del Festival d’Avignone : Fondation Ammodo e Spedidam
residenza La FabricA du Festival d’Avignon


In memoria di Marie-Pierre Duhamel Muller.

 

Per il programma completo del festival: https://festival-avignon.com/?cat=1001