© Christophe Raynaud de Lage

Presentata questa estate prima ad Avignone e poi il 2 e il 3 settembre scorso in apertura della 47esima edizione de La Bâtie, Festival di Ginevra, al Teatro di Carouge, La mariée et bonne nuit Cendrillon della regista brasiliana Carolina Bianchi, è una performance difficile da digerire, una caduta agli inferi, nel male, per sdoganare lo stupro e le violenze sulle donne.

La regista brasiliana Carolina Bianchi sin dall’inizio di questo progetto, una trilogia dal titolo originale Cadela Força, capitolo primo «A Noiva e o Boa Noite Cinderela», sapeva di muoversi su un terreno scivolosissimo: raccontare gli stupri e i femminicidi senza cadere in una sterile ridondanza, e allo stesso tempo evitando il vittimismo o il gesto eclatante che poi magari il pubblico non avrebbe capito. Insomma fare delle scelte complesse per lanciarsi in una sfida tanto necessaria, per lei che viene da uno dei paesi al mondo, il Brasile, la cui percentuale di violenze sulle donne è altissima.

Il primo capitolo di questa trilogia si divide chiaramente in due parti, nella prima, che guarda caso comincia con i versi iniziali de L’Inferno di Dante Alighieri, la stessa Carolina Bianchi assume le vesti di una esperta che fa una conferenza intorno al tema “violenza sulle donne”, una occasione per rendere omaggio alle tante artiste che nel mondo hanno osato, tramite l’arte, trattare questo tema così delicato. Bianchi in particolare omaggia il gesto artistico dell’italiana Pippa Bacca che, nel 2008, vestita da sposa, intraprese assieme a Silvia Moro un viaggio in autostop che prevedeva numerose tappe in diversi paesi, con meta finale la città di Gerusalemme. Pippa Bacca voleva portare in giro un messaggio di pace, proprio con il suo abito bianco da sposa. Arrivate insieme in Turchia, Silvia Moro deciderà di non salire nella macchina di un uomo che non la convince, le due si separano per la prima volta, si danno appuntamento a Gerusalemme, Pippa salirà in quella macchina: sarà stuprata, uccisa e abbandonata in un campo.

Carolina Bianchi più volte, durante la performance, si chiede e ci chiede: «Ha fatto bene Silvia Moro?», «Pippa Bacca se l’è un po’ cercata»? Oppure, «Pippa Bacca, in quanto artista, aveva un messaggio che andava al di là di tutto, anche della paura, anche della vita?». Qualunque sia la risposta, il dramma resta identico. In ogni caso, chiosa la regista, qualsiasi cosa faremo sarà sempre colpa nostra (amarezza). Poi l’artista beve un cocktail dove lei stessa ha sciolto una pillola dello stupro, - quello che succede a tantissime giovani donne, senza che loro lo sappiano però -, addormentandosi profondamente per il resto dello spettacolo.

Nella seconda parte, la nostra Cenerentola per sbaglio, dorme e intorno a lei cominciano le orge, tra scheletri di altre donne per terra. A loro è andata davvero molto male. L’atmosfera è cupa. Raramente il teatro riesce a essere così veritiero; in A Noiva e o Boa Noite Cinderela siamo davvero all’inferno, tutto può succedere e tutto infatti accadrà.

Uno stupro non ha niente a che vedere con il desiderio sessuale, è solo una questione di potere, tiene a precisare Carolina Bianchi e, visto che solo chi ha provato questa drammaticissima esperienza può raccontare cosa si provi, la regista brasiliana va oltre: il pubblico infatti assisterà ad una sorta di stupro live, uno stupro simbolico, lucido e razionale, camuffato da una operazione simil ginecologica, con l’intento di mostrare tutta l’assurdità e la bestialità di quell’accanirsi su un corpo femminile. Su un corpo femminile completamente addormentato e annullato. Carolina Bianchi sdogana la vagina, per sdoganare la violenza sessuale.

La performance disturba, come è giusto che sia, scuote, bastona. Il suo è un gesto artistico coraggiosissimo e ben riuscito. Sia sul piano formale e della interpretazione, uno su tutti il momento in cui Bianchi canta un brano della cantante italiana Mina, che sul piano simbolico: la battaglia culturale da intraprendere per non finire, ancora una volta, dentro una macchina ed essere stuprate.

Certo, una riflessione amara ci lambisce lo spirito: alle tante anime-bestie della nostra società, sfuggirà di sicuro il messaggio raffinato della regista (e di tutta la compagnia, impegnata in una performance davvero non semplice dal punto di vista emotivo) e la sua rivolta.

 

La mariée et bonne nuit Cendrillon

A Noiva e o Boa Noite Cinderela

con Larissa Ballarotti, Carolina Bianchi, Blackyva, José Artur Campos, Joana Ferraz, Fernanda Libman, Chico Lima, Rafael Limongelli, Marina Matheus.
testo, progetto, regia e drammaturgia Carolina Bianchi.
drammaturgia e ricerche Carolina Mendonça.
direzione tecnica, musiche originali e suono Miguel Caldas.
luci Jo Rios.
scenografie Luisa Callegari.
video Montserrat Fonseca Llach.
costumi Carolina Bianchi, Luisa Callegari, Tomás Decina.
collaborazione artistica Tomás Decina.
allenamento del corpo e della voce Pat Fudyda, Yantó.
costruzione macchina Mathieu Audejean, Philippe Bercot, Miguel Caldas, Luisa Callegari, Pierre Dumas, Lionel Petit, Xavier Rhame, Jo Rios – Atelier di costruzione del Festival d’Avignone.
dialoghi sulla teoria e la drammaturgia Silvia Bottiroli.
collaborazione artistica Edit Kaldor (DAS Theatre).
video del karaoke Thany Sanches.
assistente di produzione e regia palco AnaCris Medina.
direzione di produzione e amministrazione di tournée Carla Estefan.
diffusione internazionale Metro Gestão Cultural (Brasile).

produzione Metro Gestão Cultural (Brasilel),Carolina Bianchi y Cara de Cavalo.
coproduzione Festival d’Avignon, KVS Brussels, Maillon Théâtre de Strasbourg Scène européenne, Frascati Producties (Amsterdam).
con il sostegno di Fondazione Ammodo, DAS Theatre Master Program, 3 Package Deal of the AFK - Amsterdams Fonds voor de Kunst, NDSM, Over het IJ Festival, Theater der Welt, Kaaitheater (Bruxelles)e l'Onda - Office national de diffusion artistique.

Alcune scene della performance possono urtare la sensibilità degli spettatori e delle spettatrici.

https://www.batie.ch/fr/programme/bianchi-carolina-a-noiva-e-o-boa-noite-cinderela